Intervista a Francesca Bianchi - CON.TATTO
Francesca Bianchi è nata e cresciuta in maremma, che è anche la cornice dei suoi scatti in analogico.
Le sue fotografie saranno esposte al Cassero di Grosseto, nella mostra CON.TATTO organizzata dall’associazione GROW dal 28 al 30 Dicembre.
Perchè hai portato foto esclusivamente notturne?
Più che una scelta si è trattata di un'esigenza, chi lavora di giorno spesso può uscire solo di buio e bisogna fare di necessità virtù, questo mi ha messa in condizione di sperimentare fonti di luce anche estemporanee tipo i fari della macchina o la torcia del telefono. Quello che mi interessa è non dipendere dai vari mezzi come studi o postproduzioni che si rischia di diventare bravi tecnici e avere poco da dire.
Nelle tue foto i soggetti sono perlopiù nudi, è una scelta ben precisa.
E pure questa è un'esigenza, il vestiario contestualizza, ci rende spazio e tempo, passare in rassegna gli armadi diventa un ostacolo e credo che il corpo sia l'uniforme più democratica che esista. Quando scatto vedo persone liberate dal costume, che si riappropriano della nudità con cui sono nate.
Anche i luoghi che ti fanno da sfondo sembrano fuori dal tempo.
Sì, ogni foto è scattata all'aperto, in maremma, il mio posto preferito per i set fotografici perchè è rimasto come sospeso, selvatico, anche quando gli ambienti utilizzati sono prati, campi o orti vicino casa mia, quelli della mia infanzia. Questi luoghi mi danno energia e così riesco a fidarmi, sono posti familiari ma sempre da scoprire.
Articolo di Leonardo Marzocchi